Perché abbiamo scelto il Metodo Montessori

Tutte le insegnanti della nostra scuola sono in formazione continua sul metodo Montessori grazie all’associazione Montessorinpratica di Roma. Crediamo che ogni insegnante sia alla ricerca di una professionalità sempre migliore, soprattutto alla scuola dell’infanzia dove il nostro ruolo è di fondamentale importanza perché è ricco di connotazioni materne e diviene esempio di Vita.

Oggi più che mai noi maestre abbiamo bisogno di essere coscienti dell’importanza del nostro ruolo perché consapevoli dell’enorme valore formativo che investe l’età 0-6 anni. Non si tratta di trasmettere un sapere ma di creare un ambiente educativo ricco di stimoli pensati e ordinati per formare, non solo la mente ma anche lo spirito dei bambini. Gli adulti della scuola devono conquistare quell’atteggiamento di umiltà, di chi sa di non aver in mano una realtà assoluta, e diventare così capaci  di abbandonare preconcetti e convincimenti. Per questo, il nostro senso di ricerca ci ha portato a conoscere e formarci sul metodo Montessori convinte che nel nostro lavoro Non occorrono né minacce né promesse, ma favorevoli condizioni di vita”.

L’interesse verso questo metodo è nato dall’esigenza di aiutare i bambini che frequentano la nostra scuola a crescere in libertà e ricchi di autostima e a diventare così adulti consapevoli delle proprie capacità. Dopo attente osservazioni sui bambini e sul nostro agire e confrontandoci tra di noi, è emersa l’esigenza di adottare un metodo chiaro e attento ai nostri più cari valori:

  1. L’autonomia del bambino nel fare, intesa come libertà individuale e sociale
  2. Un’ ambiente educante
  3. Uno stile educativo consapevole e incoraggiante

Tutto questo lo abbiamo ritrovato nel metodo educativo Montessori, disciplina il cui obiettivo è dare libertà al bambino di manifestare la sua spontaneità.

“Aiutami a fare da solo”: i principi del Metodo Montessori

In una scuola montessoriana l’apprendimento è considerato il frutto della libera attività dell’allievo. Il bambino apprende impegnandosi in un’attività che ha lui stesso scelto, in cui è coinvolto per una personale spinta o interesse, in cui si manifesta per ciò che è: un essere libero e intenzionale. In questo modo, il sapere è una conquista e un traguardo personale, è alleato e compagno della vita. Perché il bambino possa apprendere liberamente, l’ambiente deve offrire opportunità di apprendimento attraverso materiali pensati e studiati su misura che aiutino il bambino a “stare” sull’attività o sul gioco in modo da scoprire e imparare. Deve essere pensato e modificato in base ad un pensiero che verte sulle esigenze di crescita dei piccoli. Ma la grande rivoluzione Montessoriana è nello stile dell’educatore che non è più colui che trasmette il sapere, ma partecipa alla scoperta dell’apprendimento ponendosi come regista. L’insegnante ha sempre un tono di voce basso e un atteggiamento incoraggiante. Non sottolinea mai l’errore del bambino ma lo stimola e promuove il suo interesse per continuare a imparare. L’insegnante diventa organizzatrice delle attività educative predisposte, dei laboratori, degli ambienti e dei materiali didattici a disposizione, che devono favorire l’apprendimento per scoperta e per “costruzione” delle conoscenze poste nella zona di sviluppo prossimale di ogni bimbo. Avviene una interazione reciproca tra chi osserva (il maestro) e l’osservato (il piccolino), quindi senza distinzione fra essi.

Ciò che viene osservato è un luogo di esperienza, che offre diverse possibilità e opportunità di costruire informazioni e conoscenze, come ad esempio quello di un paesaggio naturalistico, della raccolta di frutti, della costruzione di un piccolo orticello con l’attesa del vedere spuntare i primi germogli. Ogni aula ha il Tavolo della Natura per conoscere, osservare e sperimentare. Anche questo spazio appartiene al bambino che diventa protagonista.

Ma la cosa da tenere sempre a mente riguarda il fatto che il bambino non deve mai essere mortificato, parlando male di lui e delle sue eventuali lacune quando è presente. Ognuno ha una vocazione innata e ogni singolo deve capirla e scoprirla per ritrovare se stesso.